Vaga tra i monti il fante, solo come un randagio
chino sul suo moschetto, aspetta ormai l'avviso
e CAPORETTO indica ch'è giunto quel momento .
Mi punta il suo fucile, è un essere malvagio
balbetto e piango insieme, da tutti son deriso
poi prego santi e fanti, m'ha preso lo sgomento .
Vorrei tornare a casa, la troverei adorna
di fiori, castagne e latte, ne sento già gli odori
e troverei i vecchi, i bimbi e le donne stanche
di trasportar le gerle, di utilizzar le vanghe,
hanno sofferto tanto, senza accusar malori
hanno fatto la storia, han fatto " la Cadorna ".
Poi è rimasta anonima, priva di voluttà
fino a quell'altra storia, di un'altra generazione
quando ragazzi semplici, piccoli sognatori
han rigettato i comodi, la gloria e gli onori
hanno lasciato tutto, passando all'azione
hanno dato la vita, per darci la libertà .
Resta un ricordo stanco, flebile come un lumino
quando i militi in branco segnarono quel mattino,
un albeggiare bianco, un segno del destino
colpendo i Nostri al fianco, è la fine del cammino .
Loro seppero scegliere tra la vita e la morte
perché vivere liberi è una scelta, non è la sorte .
Antonino Fernando Baratta
Luino , 28.10.2014