Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato provinciale Varese

Voldomino 8 ottobre 2022
Ogni anno torniamo qui, torniamo orgogliosamente e testardamente qui.
Ho provato ad immaginare lo stupore e la paura di questi ragazzi, colti nel sonno dalla feroce furia fascista.
Parole urlate, violente e cattive, spintonati fuori, messi al muro.
Vana la loro richiesta di avere il conforto di un prete.
Per tutta risposta vengono crivellati di colpi!!
Falciati come spighe al sole da una raffica di proiettili.
L’eco e il ricordo di questa tragica vicenda, così viva nella nostra memoria, ci fa soffrire e ci fa riflettere sul come questi ragazzi abbiano ingiustamente subito una tragica morte.
Sono stati colti nel sonno, infreddoliti e indifesi.
La belva umana ha iniziato proprio qui trucidandone quattro, per poi continuare a Brissago, assassinandone altri cinque e terminare la mattanza alle Bettole di Varese, dove ne hanno trucidati altri tre.
La loro unica colpa era quella di non voler andare in guerra, desiderare un lavoro e una famiglia, desiderare un’Italia libera dalla dittatura fascista.
Invece non tornarono mai più a casa, i genitori li aspettarono invano e non li rividero mai più!
Non poterono mai riabbracciarli.
La mattanza di questi giovani innocenti, doveva servire d’esempio, doveva fungere da deterrente alla ribellione.
Anche Varese doveva vedere e capire di cosa fosse capace il fascismo in questi luoghi.
Ebbe l’effetto contrario! Tanti giovani e meno giovani si unirono alla Resistenza!
Nella tragicità di quei momenti, nella miseria umana del fascismo, proprio qui in questa cascina, ha brillato la solidarietà, l’aiuto fraterno e tangibile che la famiglia Garibaldi spontaneamente ha offerto ai giovani partigiani.
Tanti piccoli e grandi gesti di cui abbiamo sentito parlare dalle testimonianze dirette.
Il rischio era grandissimo, il rischio di pagare con la vita o essere deportati.
Malgrado ciò questa famiglia non ha esitato a prestare la sua opera solidale e generosa.
Perché ogni anno torniamo qui?
Siamo qui a rinnovare un dolore mai sopito, con la speranza che questo dolore abbia un effetto stimolante e faccia rinascere in tutti noi i valori solidali, umani e generosi che pur nella disperazione di quei momenti la famiglia Garibaldi ha saputo mettere in pratica.
“Non si è voltata dall’altra parte”! Meditiamo, meditiamo su quello che è stato, non rimaniamo chiusi nei confini di casa nostra, volgiamo lo sguardo anche al di là del piccolo mondo in cui viviamo.
In questi giorni, dopo le uccisioni delle donne in Iran, dobbiamo sostenere le donne Iraniane che, in segno di protesta, si stanno tagliando pubblicamente i capelli e stanno bruciando il velo!
Si stanno ribellando ad una feroce dittatura maschilista.
Teniamo viva l’attenzione su di loro, solo così potremo aiutarle.
Voi giovani che siete molto bravi sui social e tutti noi, rendiamo virali le loro immagini, le foto e i video di queste donne che stanno combattendo la loro battaglia, non solo per sé stesse, ma anche per tutti gli altri nel loro paese.
Una battaglia di libertà.
A proposito di libertà e di pace, non dimentichiamo tutti i popoli oppressi da guerre devastanti, facciamo nostra e quotidiana la cultura della pace.
Lo vediamo proprio alle porte di casa nostra, in Ucraina, dove la guerra ha portato solo morte, sangue, orrore e devastazione.
Anche qui in questa piccola parte di mondo, facciamo sentire alta la nostra voce affinché si favorisca la politica della mediazione che porti alla pace.