Gera 2023

Luino, Piazza Risorgimento

Commemorazione Martiri della Gera 2023

Intervento delle studentesse e degli studenti del Liceo Sereni di Luino e Laveno

Nella primavera del 1944 un gruppo di giovani partigiani (Alfredo Aime, Franco Buffoni, Carlo Tappella, Luigi Perazzoli, Pietro Stalivieri, Dante Girani, Flavio Fornara, Pietro Pagliolico, Luigi Ghiringhelli, Evaristo Trentini, Elvio Copelli, Alfredo Carignani, Sergio Lozio, Giacomo e Giampiero Albertoli) guidati dal capitano Lazzarini, chiede ospitalità alla cascina della Gera di proprietà della famiglia Garibaldi, composta da Duilio, da sua moglie Maria e dalle figlie Lina e Rosetta. Fino all’autunno i partigiani si rendono autori di azioni di sabotaggio, disturbo e, in certi casi, arrivano allo scontro con i nazifascisti. Proprio a causa di queste audaci azioni e siccome tutti ormai sanno che i partigiani si nascondono alla Gera, Duilio e Maria chiedono a Lazzarini di trovare un altro alloggio, poiché temono per la propria vita e per quella dei ragazzi stessi. Il capitano si convince a trovare un altro riparo e la mattina del 7 ottobre sveglia tutti e mette uno dei giovani, il Rosato, di guardia. Forse segretamente complice delle Brigate nere, Rosato, tuttavia, si addormenta.

Essendosi addormentato, Rosato non si accorge che le Brigate nere, salendo dalla strada della Baggiolina, dai prati e dai boschi circostanti, circondano la Gera e lanciano due bombe a mano che colpiscono il tetto della casa svegliando tutti. Inizia così il rastrellamento: quattro partigiani (Giacomo Albertoli di 18 anni, Alfredo Carignani di 23, Pietro Stalivieri di 26 e Carlo Tappella di 29 anni) vengono giustiziati immediatamente senza processo e i loro corpi lasciati sotto la pioggia incessante. Maria e Rosetta Garibaldi, oltre ad Angela, la moglie di Lazzarini, vengono arrestate e condotte al carcere dei Miogni di Varese. Duilio, invece, che era uscito prestissimo di casa per recarsi al lavoro, viene tempestivamente avvisato dell'accaduto e riesce a salvarsi, mentre Lina, la seconda figlia, si trova dal giorno precedente a Laveno per il matrimonio di un’amica.

Gli altri otto partigiani, risparmiati momentaneamente dalla ferocia fascista, vengono fatti sfilare per le strade di Voldomino fino ad arrivare a Brissago: qui Giampiero Albertoli di 24 anni, Dante Girani di 20, Flavio Fornara di 23, Sergio Lozio di 18 e Luigi Perazzoli di 23 anni, vengono condotti a viva forza verso il cimitero e lì fucilati, dopo aver ricevuto le ultime parole di conforto dal parroco. Il luogo dell’esecuzione non è casuale: a Brissago qualche mese prima in una colluttazione con i partigiani era stato ucciso il podestà Bonfiglio. Gli ultimi tre giovani (Elvio Copelli di 20 anni, Luigi Ghiringhelli suo coetaneo, ed Evaristo Trentini di 23 anni) vengono trasportati alle Bettole di Varese. Anch’essi dopo mezzogiorno vengono uccisi da una scarica di colpi. L’unico a non essere stato catturato è il capitano Lazzarini. Sua moglie Angela, Maria Garibaldi e la figlia Rosetta restano ai Miogni per quarantacinque giorni, fra interrogatori, soprusi e minacce di ogni tipo finché, non essendoci prove contro di loro, vengono finalmente scarcerate e possono fare ritorno a casa.

Meritano il ricordo anche altri tre partigiani della Formazione Lazzarini, caduti in imboscate o scontri a fuoco: Domenico Pagliolico, Alfredo Aime, Franco Buffoni.

Lettera ai martiri della Gera

Abbiamo avuto modo di conoscere i tristi eventi di quel lontano ottobre del 1944 attraverso la precisa ricostruzione di Emilio Rossi; siamo rimasti profondamente colpiti dalla vicenda di questi giovani, all’epoca dei fatti quasi nostri coetanei e abbiamo deciso di scrivere loro una lettera.

Cari ragazzi,
questa commemorazione ci ha fatto conoscere la vostra storia, simile a quella di tanti altri giovani che hanno creduto in un'idea e per essa si sono sacrificati. Abbiamo visto i vostri volti, su fotografie sbiadite, in bianco e nero, appartenenti ad un passato lontano... ma ci siamo resi conto che eravate ragazzi come noi, che si affacciavano alla vita, probabilmente con tanti sogni e progetti da realizzare, ma a differenza nostra, vi siete trovati a dover fare una scelta, difficile e rischiosa, avete dovuto decidere da che parte stare; avete scelto di lottare per la libertà: PARTIGIANI. Diceva Calvino: “Siamo tutti uguali davanti alla morte, ma non alla storia”. E voi l'avete scritta la storia! Per questo vogliamo raccontarvi come è andata a finire. Il vostro sacrificio non è stato vano: a circa due anni dalla vostra morte è stata scritta una Carta, con l'intento di difendere, realizzare, portare a compimento tutto ciò per cui avete combattuto; questa Carta si chiama Costituzione. Oggi siamo liberi di esprimere le nostre idee senza essere incarcerati o mandati al confino; oggi possiamo andare a votare e scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento; oggi esiste una pluralità di partiti; oggi i nostri docenti sono liberi nel loro insegnamento, non devono giurare fedeltà a un partito; oggi non dobbiamo uniformarci ad un unico credo; oggi nessuno viene cacciato da scuola o gli viene impedito di lavorare o viene deportato, perché alcuni sedicenti scienziati hanno stabilito che esistono delle razze e che alcune siano inferiori; oggi noi possiamo vivere in un mondo diverso e questo grazie a voi e a tutti quelli come voi, che sono morti in nome della LIBERTA'. GRAZIE RAGAZZI!

I ragazzi della formazione Lazzarini hanno fino all’ultimo desiderato la fine della guerra e delle sue atrocità. Attraverso questo coraggioso martirio, hanno mostrato a tutti la loro indomabile volontà di pace e libertà. È necessario fare prezioso ricordo del loro estremo sacrificio, affinché si possa mettere fine alla serie di sanguinosi conflitti, che da quel giorno a oggi ha causato la perdita di innumerevoli vite umane.

Manifesto di educazione alla pace

1. Coltiva la pace in te stesso e poi condividila. In caso di necessità affidati a professionisti che ti aiuteranno a trovare la tua pace interiore.
2. La pace può partire da te se agisci con la consapevolezza che occorre il coinvolgimento di tutti. Come scrive Rousseau: “La volontà generale         dovrebbe provenire da tutti e puntare al bene comune.”
3. Lavora per costruire un sistema educativo incentrato su chi apprende e basato su collaborazione, partecipazione e inclusione. Offri occasioni           per imparare ad agire in modo cooperativo, suscitando interesse reciproco e capacità di cogliere i punti di vista degli altri.
4. Rendi costruttivo il confronto, non evitarlo. Durante una discussione non vedere la persona che hai di fronte come un avversario, ma come una      fonte per arricchirti.
5. Conosci le tue emozioni e impara a gestirle. Nelle scuole è necessario approfondire la conoscenza e il rapporto con le emozioni.
6. Non reagire all’odio con altro odio. L’odio è corrosivo per te stesso, sfrutta le altre emozioni.
7. Mettiti in discussione, non restare fermo sulle tue opinioni. Sii come Socrate: “So di non sapere”.
8. Non giudicare, offri soluzioni concrete. Invece di fare la guerra per le tue idee, cerca compromessi e azioni pratiche.
9. Porta parole di pace nella tua quotidianità, rendi la pace una prassi abituale. Affronta costantemente questo argomento, adotta una                          comunicazione non ostile.
10. Incoraggia le nuove generazioni a coltivare la pace.

La pace va condivisa: trasmetti le conoscenze che hai imparato leggendo questo manifesto.

Lettori:
                        Martina Brambilla (4B)
                         Filippo Locatelli (4)
                        Thomas Rigoni (4B)
                         Beatrice Ferrigato (4LES)
                         Giorgia Orzellecca (4C)
                          Zoe Romano (5D)

Testi
                           Rievocazione eccidio Gera (studenti 4B Luino)
                            Lettera ai martiri della Gera (gruppo studenti liceo Laveno)
                            Manifesto di educazione alla pace (studenti Laboratorio filosofia liceo Luino)

Docenti coinvolti:
                              Valeria Astori
                              Silvia Cassani
                              Niccolò Conti
                             Davide Di Giuseppe

Liceo Sereni di Luino e Laveno