Due ore molto intense quelle vissute nella mattinata di Sabato, 4 Febbraio, al Teatro Sociale di Luino, luogo di incontro e di riflessione per un folto gruppo di studenti delle scuole medie superiori, per la celebrazione differita della Giornata della Memoria.
Gli studenti hanno assistito alla pièce «Calogero Marrone, Giusto tra le nazioni», presentata dalla compagnia Duse di Besozzo, per la regia di Silvia Sartorio.
Scroscianti applausi hanno sottolineato i passaggi più toccanti e densi di pathos.
Una rivisitazione della vicenda umana di Calogero Marrone, funzionario varesino che durante la guerra mise in salvo centinaia di Ebrei e di antifascisti, fornendo loro documenti falsi per l’espatrio.
Prima dell’inizio dello spettacolo, la città ha reso omaggio a Ernesto Luini, con la consegna alla vedova del partigiano ed ai suoi familiari della medaglia della Liberazione, concessa dal Ministero della Difesa.
Ad introdurre l’attribuzione del prestigioso riconoscimento, firmato dal ministro Pinotti, il presidente della sezione luinese dell’Anpi, Emilio Rossi: «Questo momento assume un’importanza profonda, grazie all’accostamento con la Giornata della Memoria, e proprio per ricordare, consegniamo la medaglia della Liberazione alla vedova di Ernesto, al figlio e al nipote, non avendo potuto assegnarla direttamente a lui».
Il professor Giovanni Petrotta ha successivamente rievocato la storia di Ernesto, soffermandosi sulle vicende più significative della sua esperienza, segnata dal dramma della persecuzione razziale e dalla coraggiosa battaglia combattuta contro il regime, tra le file della Polizia luinese: «Da antifascista collaborò clandestinamente con i partigiani – ha sottolineato Petrotta -, mettendo al sicuro centinaia di Ebrei e moltissimi amici, rendendosi inoltre protagonista di numerosi arresti tra cui quello eccellente della spia che indicò ai tedeschi come raggiungere il San Martino».
A definire un interessante collegamento temporale tra le vicende del passato e la società di oggi, il sindaco di Luino, Andrea Pellicini ha ribadito l’importanza di questi incontri celebrativi, volti ad esaltare il coraggio di coloro che, in ogni epoca, hanno saputo ribellarsi e reagire alle ingiustizie nei momenti in cui tutti la pensavano in modo contrario.
Al termine della rappresentazione, che ha visto alternarsi sul palco attori e giovani allievi della compagnia di Besozzo, l’assessore Piermarcello Castelliha ha offerto al pubblico un’ultima toccante riflessione: «Ragazzi, siete fortunati, perché alla mia età i libri di storia portavano gli studenti fino alla Prima Guerra Mondiale.
Quando ho scoperto tutto quello che è avvenuto – ha ricordato l’assessore -, ho chiesto a mio padre perché non se ne parlava. La nostra coscienza era così colpita – mi ha risposto - che nessuno voleva affrontare il discorso.
Oggi la ferita è ancora aperta e dobbiamo assicurarci che certe cose non si ripetano. Ecco perché queste occasioni servono a crescere per costruire un futuro migliore».