Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato provinciale Varese
San Martino 16 ottobre 2022
Buongiorno a tutti,
un saluto e un ringraziamento a tutte le autorità civili, militari e religiose.
Abbiamo vissuto e stiamo vivendo momenti difficilissimi, momenti dolorosamente segnati dalla pandemia, dalla siccità e dalla terribile guerra, proprio qui alle porte di casa nostra, in Europa.
Malgrado questo noi continuiamo ad essere qui, orgogliosamente e testardamente qui, motivati da un legame indissolubile alla memoria di questi eroi che diventarono con il tempo anche eroi scomodi.
Un legame con loro che scalda il cuore.
Sono trascorsi settantanove anni da quando un gruppo di uomini, uniti dagli stessi ideali e dagli stessi valori si ritrovarono proprio qui a combattere una battaglia al limite della sopravvivenza.
Fu una battaglia impari che non avrebbe potuto avere diverso epilogo.
Partigiani barbaramente trucidati ed altri che riuscirono a riparare in Svizzera per poi uscirne e riprendere la lotta.
La disfatta dei partigiani del Gruppo Cinque Giornate avrebbe dovuto servire da monito per chi avesse voluto unirsi alla Resistenza! I tedeschi e i fascisti ottennero l’esatto contrario.
Questa battaglia aggiunse linfa vitale agli ideali della Resistenza.
Il legame che ho con questi eroi del San Martino me li fa pensare giovani, pieni di vita, desiderosi di un futuro semplice, di una casa, di un lavoro e di un mondo in pace. Voglio ricordare oggi tra tutti uno di loro: Fernando Lonati.
Classe 1924, aveva 19 anni, studente di ragioneria, abitava a Varese proprio in centro in località della Motta.
Si unì al Gruppo Cinque giornate il 17 ottobre 1943.
Venne assassinato il 15 novembre del 1943, il giorno del suo diciannovesimo compleanno.
Durante lo scontro con le forze nazifasciste, venne fatto prigioniero, unitamente ad altri compagni, e portato a Rancio Valcuvia presso il Comando tedesco.
Interrogato e barbaramente torturato, fu poi fucilato sul monte San Martino, in località Vallalta, davanti alle fortificazioni dove era acquartierata, prima della battaglia, la formazione partigiana.
Perché parlo di lui?
Per tenerne viva la memoria, e ricordare con lui anche il dolore e il dramma dei genitori: Mario e Anna riuscirono a riconoscere il loro figlio, tra le salme riesumate e non identificate, soltanto il 1° marzo 1948.
Sono riuscita dopo tanto tempo e ricerche a trovare la sua famiglia e proprio mercoledì suo nipote che porta il suo stesso nome Fernando Lonati, mi ha consegnato un quaderno di Fernando con gli appunti della seconda ragioneria dicendomi: so che è in buone mani.
Per me una reliquia!
Ora Fernando Lonati riposa a Varese nel Cimitero Monumentale di Giubiano e lo vado a trovare spesso come fosse un mio caro! Guardo la sua foto e per me è come un fermo immagine, come se il tempo si fosse fermato!
Non dimentichiamoli! Ognuno si faccia carico della memoria di uno di loro! E ogni giorno rivivranno in mezzo a noi!